IN AGGIORNAMENTO
A seguito della richiesta con prot. n. 4916 inviataci dal Ministero della Cultura con oggetto: Documento di consultazione sul tema delle tutele dei lavoratori nel settore dello spettacolo, l’associazione Artemis ha provveduto, soprattutto anche grazie al contributo dei Soci, ad inviare le proprie proposte ed osservazioni utili al DDL in oggetto, tenendo in considerazione le varie proposte di legge attualmente in circolazione.
A questo link puoi leggere il Documento di Consultazione completo.
Osservazioni
Art. 1
Riteniamo sia necessario includere anche i lavoratori di tutte le attività di intrattenimento ed eventi, incluse attività fieristiche e congressuali. Vogliamo ricordare che i lavoratori coinvolti, come le maestranze tecniche, sono figure trasversali, che operano in molteplici luoghi svolgendo le medesime mansioni; questi si differenziano solamente dalla tipologia di evento messo in opera (show o congresso) e pubblico (pubblico pagante o potenziali clienti).
Art. 3 comma 1
E’ necessario adeguare all’oggi i codici IVS di tutte le figure professionali, incluse quelle di nuova nascita, come i formatori delle arti tecniche dello spettacolo. Riteniamo che per evitare problemi di tipo previdenziale, come avviene tutt’ora e come è emerso nella pratica di accesso ai primi bonus sostegni (600€) di marzo 2020, i contributi di tutti lavoratori dello spettacolo devono essere versati unicamente nel FPLS, e non in Gestione Separata, per poter maturare contributi necessari per il trattamento pensionistico.
La scadenza entro cui procedere all’adeguamento dev’essere immediata, in quanto alcune figure professionali rischiano di essere escluse dall’accesso al SET.
Teniamo molto a far presente ad entrambi i Ministeri, Cultura e Lavoro, che rispetto alla vostra proposta di stipula di nuovi CCNL è necessario:
- accorpare i numerosi CCNL dello spettacolo attualmente in vigore, simili tra di loro, taluni più tutelanti, in alcuni aspetti, rispetto ad altri. Eventualmente favorire la contrattazione di secondo livello;
- rimuovere le figure professionali presenti nei CCNL dello spettacolo, dai CCNL di settori non connessi all’intrattenimento (vedi ad esempio, la figura dell’elettricista di scena che inspiegabilmente è presente nel CCNL metalmeccanico).
Questo così da favorire l’applicazione di CCNL congrui al luogo di lavoro ed alla mansione per la quale si viene assunti.
Art. 3 comma 2
Vorremmo aggiungere una premessa e far sì che questa sia tenuta a mente in ogni momento: una cosa è la pre-produzione una cosa è il reddito. Pre-produzione e pre-lavorazione in teatro come in cinema sono i momenti che precedono il primo giorno di lavoro contrattuale, ed attualmente queste giornate ai fini contributivi non esistono, pertanto bisogna trovare una modalità così che queste vengano contribuite e retribuite. Quando non lavoriamo, non siamo disoccupati, semplicemente lavoriamo in previsione del prossimo evento senza essere retribuiti.
In riferimento ai parametri per accedere al SET, la dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2020 non è da prendere in considerazione data l’emergenza pandemica che ha determinato la chiusura repentina del settore; inoltre i 12 mesi precedenti come unico parametro, essendo il nostro lavoro discontinuo, non sono sufficienti, serve un parametro che faccia una media anche sui 3 e 4 anni precedenti.
Riteniamo fondamentale che i parametri del SET siano ponderati e riferiti ai diversi ruoli, ad esempio i parametri di una maestranza tecnica non possono essere i medesimi di un attore, sia per il numero di giornate lavorate in un anno, sia per i redditi percepiti. E’ fondamentale che i parametri favoriscano l’occupazione regolare, e soprattutto differenzino i professionisti dagli amatori, dopolavoristi, proprio coloro che inquinano il settore dello spettacolo sia in termini di retribuzione e soprattutto in termini di sicurezza.
In merito al numero massimo di giornate fruibili, 312 giorni è un numero troppo elevato, proponiamo un numero di 180 giornate, sempre allo scopo di differenziale e tutelare i professionisti dagli amatori ed incentivare l’occupazione.
Devono essere tutelati (e sostenuti dal SET) i momenti di autoformazione, esercizio, prove, creazione, studio con professionisti di propria scelta al di fuori degli enti accreditati da Stato e Regioni. Attualmente i pochi enti riconosciuti realizzano corsi di formazione BASE per lo spettacolo preparano il neo tecnico ad entrare nel mondo del lavoro. L’aggiornamento professionale AVANZATO per le maestranze tecniche è affidato soprattutto ai privati, come ad esempio i distributori delle diverse tecnologie impiegate. Sarebbe interessante creare delle partnership tra privati e enti di formazione regionale con rilascio di crediti formativi.
Per concludere il contributo di solidarietà non dev’essere assolutamente a carico dei lavoratori, piuttosto prevedere di accedere all’avanzo di bilancio che le casse dell’Istituto Ex-Enpals producono ogni anno.
Art. 3 comma 4
Proponiamo che si attivi la Commissione per le Pari Opportunità, in seno all’Osservatorio Nazionale per segnalare eventuali discriminazioni esistenti nell’accesso al lavoro e alla carriera.
Individuare misure che permettano di raggiungere un equilibrio di rappresentanza di genere in ogni settore delle Arti dello Spettacolo.
Redigere divieti assoluti di discriminazione nella retribuzione, nella prestazione lavorativa e nella progressione di carriera; oltre ad azioni specifiche e mirate contro molestie e sessismo (art. 26 del Codice delle Pari Opportunità);
Con riferimento al sostegno genitoriale riteniamo necessario innalzare il reddito di riferimento da 3 a 12 mesi precedenti dall’ingresso in maternità. Attualmente 3 mesi costringono la futura mamma a dover calcolare quando sarebbe meglio rimanere incinta in base al reddito nei diversi periodi dell’anno.
Approviamo l’applicazione dei requisiti, criteri e modalità stabiliti per gli impiegati del terzo settore e dei servizi.
Art. 3 comma 5
Ci teniamo a precisare che attualmente il minimo contributivo reale in alcuni ambiti teatrali è anche di meno di 67,14 euro, in alcune realtà datoriali viene praticato un abuso di rimborsi e premi detassati in busta paga, spesso approfittando dell’ignoranza del lavoratore.
Art. 3 comma 6
Notiamo l’assenza del lavoro usurante, proponiamo di ristabilire il principio, che, fino al 1995, tutelava la natura di alcuni lavori usuranti e discontinui, abbassando di 5/10 anni il requisito necessario al raggiungimento dell’età pensionabile. Questo da applicare per le figure alle quali ad oggi è richiesto un minimo di 43 anni di contribuzione, e tornare come in precedenza a 33 anni, 6 mesi, 1 giorno.
Art. 3 comma 8
Ribadiamo la necessità ed urgenza dell’adeguamento dei codici IVS. Lavoriamo con diversi codici IVS e non è pensabile l’agevolazione del lavoro autonomo rispetto al lavoro subordinato, come già evidenziato in premessa, ciò contraddistingue la nostra categoria.
Nella prospettiva di assicurare adeguate tutele previdenziali per i lavoratori del settore, proponiamo che le giornate eccedenti a quelle utili al raggiungimento dell’annualità di contribuzione possano essere conteggiate retroattive.
In merito alla possibilità di maturare più giornate contributive nella stessa giornata è molto apprezzato, la problematica che attualmente non lo rende applicabile, è l’assenza di definizione in ore della giornata contributiva e che gli straordinari giornalieri vengono distribuiti nel monte ore mensile, attualmente troppo elevato rispetto alla realtà.
Art. 3 comma 10
Il lavoratore e la lavoratrice per cui chiedere allo Sportello il certificato di agibilità devono essere iscritti al FPLS e con reddito prevalente in questa cassa. Inoltre i soggetti, enti pubblici o privati, imprese, persone fisiche o associazioni che si avvalgono dello sportello dovranno dichiarare il numero di giornate effettivamente lavorate, inclusi i giorni di prova e di preparazione della rappresentazione o della consegna del lavoro.
E’ fondamentale uscire dall’equivoco che un lavoratore dello spettacolo anche se operante in regime fiscale a partita iva sia un lavoratore autonomo. La natura del lavoro nello spettacolo così come nell’audiovisivo, è sempre subordinata in quanto sempre compresa all’interno di un processo produttivo che implica il coordinamento, la compresenza e il rispetto di una organizzazione con altre parti.
Lo sportello NON dovrà mai essere usato dai lavoratori e dalle lavoratrici. L’autoversamento contributivo, anche con rivalsa nei confronti del committente, espone il personale a ricatto ed abbassamento dei cachet, aumentand di fatto il lavoro nero.
Grazie per l’attenzione.